26/10/10

Christus Dominus "Pastorale dei Vescovi"

Christus Dominus
Decreto sull'ufficio pastorale dei Vescovi
[...] 3. Clero diocesano
28. Poiché tutti i sacerdoti, sia diocesani che religiosi, in unione col Vescovo partecipano all'unico sacerdozio di Cristo e lo esercitano, essi devono essere considerati provvidenziali cooperatori dell'Ordine episcopale. Nell'esercizio del sacro ministero la principale responsabilità spetta ai sacerdoti diocesani, perché, essendo essi incardinati o addetti ad una Chiesa particolare, si consacrano tutti al suo servizio, per la cura spirituale di una porzione del gregge del Signore. Perciò essi costituiscono un solo presbiterio ed una sola famiglia, di cui il Vescovo è come il padre. Questi, per poter meglio e più giustamente distribuire i sacri ministeri tra i suoi sacerdoti, deve poter godere della necessaria libertà nel conferire gli uffici e i benefici, restando perciò aboliti i diritti ed i privilegi, che in qualsiasi modo limitino tale libertà.
Le relazioni tra il Vescovo ed i sacerdoti diocesani devono poggiare principalmente sulla base di un carità soprannaturale, affinché l'unità di intenti tra i sacerdoti ed il Vescovo renda più fruttuosa la loro azione pastorale. A tale scopo, perché se ne avvantaggi sempre il servizio delle anime, il Vescovo chiami i sacerdoti a colloquio, anche allargato, se crede, per trattare di questioni pastorali; e ciò non solo occasionalmente, ma, per quanto è possibile, ad intervalli fissi.
Inoltre tutti i sacerdoti diocesani devono essere uniti tra di loro, e sentirsi corresponsabili del bene spirituale di tutta la diocesi. Memori altresì che i beni materiali, da loro realizzati nell'esercizio del loro ufficio ecclesiastico, sono intimamente legati al loro sacro ministero, vengano in generoso soccorso delle necessità materiali della diocesi, secondo le disposizioni del Vescovo ed in misura delle loro possibilità.
29. Sono da ritenere diretti collaboratori del Vescovo anche quei sacerdoti, ai quali egli affida un ufficio pastorale, oppure opere di carattere superparrochiale, sia riguardo ad un determinato territorio della diocesi, sia riguardo a speciali ceti di fedeli, sia riguardo ad una particolare forma di attività.
Prestano anche una preziosa collaborazione quei sacerdoti, ai quali il Vescovo affida diversi incarichi di apostolato, sia nelle scuole, sia in istituti od associazioni. Anche i sacerdoti, che sono addetti ad opere sopradiocesane, siccome esercitano preziose opere di apostolato, sono meritevoli di particolare considerazione, specialmente da parte del Vescovo, nel cui territorio hanno il domicilio.
30. Ma i pricipali collaboratori del Vescovo sono i parroci, ai quali, come a pastori propri, è commessa la cura delle anime, in una determinata parte della diocesi, sotto l'autorità dello stesso Vescovo.
1. Nell'esercizio di questa cura religiosa, i parroci coi loro cooperatori devono svolgere la loro missione di insegnare e di governare in modo che i fedeli e le comunità parrocchiali si sentano realmente membri non solo della diocesi, ma anche della Chiesa universale. Collaborino perciò sia con gli altri parroci, sia coi sacerdoti, che esercitano il ministero pastorale in quel territorio (quali sono, per esempio, i Vicari Foranei e i Decani) o sono addetti ad opere a carattere superparrocchiale affinché la cura pastorale abbia la dovuta unità, e sia resa più efficace.
La cura delle anime deve inoltre essere animata da spirito missionario, talché si estenda, nel modo dovuto, a tutti gli abitanti della parrocchia. Che se i parroci non possono raggiungere alcuni ceti di persone, ricorrano all'opera di altri, anche di laici, perché li aiutino nel campo dell'apostolato.
A rendere più efficace la cura delle anime, è da raccomandare caldamente la vita comune dei sacerdoti, e specialmente di quelli addetti alla stessa parrocchia, perché questa, mentre giova all'attività apostolica, offre ai fedeli esempio di carità e di unità.
2. Per quanto riguarda il ministero di insegnare, i parroci devono: predicare la parola di Dio a tutti i fedeli, perché essi, radicati nella fede, nella speranza e nella carità, crescano in Cristo, e la comunità cristiana renda quella testimonianza di carità, che il Signore ha raccomandato (cf Gv 13,35); e con un'istruzione catechistica, appropriata all'età di ciascuno, condurre i fedeli alla piena conoscenza del mistero della salute. Nell'impartire questa istruzione, si servano, non solo dell'aiuto dei religiosi, ma anche della collaborazione dei laici, istituendo pure la Confraternita della Dottrina Cristiana.
Nel campo del ministero della santificazione, i parroci abbiano di mira che la santa Messa diventi il centro ed il culmine di tutta la vita della comunità cristiana; si sforzino inoltre, perché i fedeli alimentino la loro vita spirituale accostandosi devotamente e frequentemente ai santi Sacramenti, e partecipando consapevolmente ed attivamente alla Liturgia. I parroci inoltre si ricordino che il sacramento della Penitenza è di grandissimo giovamento per la vita cristiana; quindi si mostrino sempre disposti e pronti ad ascoltare le confessioni dei fedeli, chiamando in aiuto, se occorra, anche altri sacerdoti che conoscano bene varie lingue.
Nel compiere il loro dovere di pastori, i parroci si studino di conoscere il loro gregge. E poiché sono i servitori di tutti i fedeli, si adoperino di sviluppare la vita cristiana sia in ogni fedele, sia nelle famiglie, sia nelle associazioni, in modo speciale dedicate all'apostolato, sia in tutta la comunità parrocchiale. Pertanto visitino le case e le scuole, secondo le esigenze del loro mandato pastorale; provvedano con ogni premura agli adolescenti ed ai giovani; circondino di una carità paterna i poveri e gli ammalati; rivolgano una particolare cura agli operai, e stimolino i fedeli a favorire le opere di apostolato.
I vicari parrocchiali, come collaboratori del parroco, danno ogni giorno un prezioso ed attivo aiuto all'esercizio del ministero pastorale, sotto l'autorità del parroco. Perciò tra il parroco ed i suoi vicari vi siano sempre relazioni fraterne, carità e rispetto vicendevoli. Parroco e vicari si sorreggano a vicenda col consiglio, con l'aiuto e con l'esempio; ed insieme facciano fronte al lavoro parrocchiale con unità di intenti e concordia di sforzi.

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