31/12/12

AMORE DI UN NIPOTE VERSO AL SUO ZIO PADRE AGOSTINO


Tra gli eventi che hanno scandito questo 2012, ciò che è stato particolarmente sentito è certamente una speciale ricorrenza. Mio zio, Padre Agostino Crocco, ha celebrato il cinquantesimo della sua ordinazione sacerdotale. È stata per lui una grande festa, che ha vissuto nella letizia e nella meditazione di questa chiamata insieme a fedeli e amici. Chiunque ha avuto il piacere di conoscere Padre Agostino, ha colto la gioia di questa occasione per mostrargli il proprio affetto e per ripercorrere insieme momenti della vita che hanno avuto Padre Agostino per protagonista. Io, nel pensare a questo trascursus, innanzitutto ho riflettuto sul fatto che 50 anni fa io non ero ancora nato, quindi per me, avere un sacerdote in famiglia è stato una consuetudine e ciò probabilmente non mi ha fatto apprezzare abbastanza quale grande fortuna sia stata questa, soprattutto, quando questo sacerdote risponde al nome di Padre Agostino: un uomo, un prete, una leggenda; una forza della natura; un religioso emblema di quanto siano originali e imperscrutabili i misteri trascendenti. Obiettivamente, zio Agostino, è stato sempre per noi nipoti più che uno zio. La sua eloquenza, la sua estroversione, la sua ilarità nell’approcciarsi a noi lo hanno reso davvero uno zio speciale.. Ha presieduto puntualmente i momenti importanti della nostra vita cristiana. Dal battesimo, la prima comunione, la cresima, il matrimonio dei miei genitori e degli altri parenti, dando a ciascuna di queste ricorrenze, quel tocco singolare che solo lui sapeva dare. Ricordo quando veniva a trascorrere le ferie al nostro paese natale. Celebrava la messa ogni giorno in una chiesetta del posto. A me, che non avevo ancora dieci anni, aveva affidato l’incarico di suo chierichetto personale. Mi aveva insegnato a gestire le ampolle, le candele, i paramenti sacri, e persino a suonare la campana. Da lui ho ricevuto tante occasioni di crescita nel cammino di fede. A volte mi portava con sé per qualche giorno presso i vari conventi presso cui ha vissuto, facendomi provare la gioia della vita comunitaria agostiniana, e facendomi conoscere nuovi posti, nuove persone. Mi ha colpito constatare che in ogni realtà in cui lo zio ha esercitato il suo ministero, ha sempre suscitato un’accesa approvazione e stima nei fedeli, divenendo per loro uno stimolo a partecipare più attivamente alle celebrazione liturgiche, che lui ha cercato sempre di rendere più appassionanti mediante il suo carisma. Ha lasciato sempre un segno indelebile in ogni contesto, e per questa festa le varie comunità che lo conoscevano non hanno mancato di manifestargli il loro affetto e la loro vicinanza. I festeggiamenti hanno avuto inizio a Tolentino con alcuni degli altri fratelli, nel luogo i cui 50 anni fa furono consacrati insieme con lui. Nel viaggio verso Tolentino, Padre Agostino ha voluto far tappa a Loreto. Si percepiva vivo in lui il desiderio di rivedere la Santa Casa, in cui celebrò la sua prima messa subito dopo l’ordinazione sacerdotale. È stato un ritornare con la mente all’inizio di questo cammino durato mezzo secolo, in quella casa, dove 2000 anni fa, con la chiamata di Maria ebbe inizio la buona novella; in quella casa la cui semplicità ricorda quella sua natale di Cusano Mutri, dove padre Agostino ricevette e meditò la sua vocazione sacerdotale. Il 29 giugno, così, giorno di SS Pietro e Paolo, Padre Agostino, insieme ai confratelli superstiti hanno concelebrato nel santuario la messa di questo loro giubileo. Hanno poi, ricordato e condiviso le emozioni di questa loro esperienza in una gioviale festa nel convento. La solennità di questa festa è stata coronata dalla partecipazione del giovane Provinciale P.Luciano, che nonostante i suoi tanti impegni, non manca di essere attento e far sentire la sua vicinanza ai confratelli. Domenica 1° luglio è stata la volta di borgo a Buggiano, dove lo zio P.Agostino ha festeggiato insieme alla parrocchia di Santa Maria in Selva. In primis va una lode alla comunità agostiniana, al Grande padre Giuseppe, con la sua magnanime e paterna presenza, Padre Ilario, che effonde ancora le stille di saggezza maturata dalla sua ricca esperienza, al priore Padre Nilo, che non si riposa mai dal contagiare il suo "santificante buon umore", Concetta che cerca di assecondare i desideri culinari di P.Agostino, Anna che a il difficile compito di gestire il suo particolare guardaroba, e una lode grande va a tutta la parrocchia, una comunità di persone adorabili, che ho imparato anch’io a conoscere , apprezzare ed amare. Sono state tanto care nel festeggiare ed onorare lo zio con la loro viva stima e ammirazione. I festeggiamenti sono proseguiti a Cusano Mutri, con una grande festa, a Napoli e in Puglia. Concludo porgendo il mio personale augurio a Zio Agostino, pregando il Signore che lo custodisca ancore per tanti anni e possa con i suoi carismi suscitare ancora frutti di vita eterna. 
 Davide Crocco

30/12/12

RIFLESSIONE SUL SANTO NATALE

Francesco Pirolo


E’ da pochi giorni trascorso il Santo Natale, giorno della celebrazione della venuta al mondo di Gesù Cristo e quindi dell’evento più importante della Storia umana, e ciò mi offre lo spunto per una breve riflessione.
Sarà  capitato anche a voi di fare  o di ascoltare un certo tipo di  ammonimento* che diffida dal non ridurre questa ricorrenza  a mera celebrazione circostanziale, esteriore e formale; niente di più sottoscrivibile! Infatti lo spirito di Fede e l’amore per Nostro Signore Gesu’ Cristo ci impongono di cercare, meditare, e  vivere, durante  tale periodo dell’anno, il senso profondo nella nascita al mondo, e nei nostri cuori, del nostro Salvatore, del Verbo incarnato che ci dona la Sua Misericordia e rivela all’umanità tutta l’unica via reale e possibile di Verità e salvezza.
A tutto ciò mi permetto qui di aggiungere un invito ulteriore:
non facciamo però si’ che  questa sottoscrivibilissima considerazione, diventi a sua volta una mera retorica e, con cio’, la condizione per incorrere in una caduta, forse ancor più grave: mi riferisco alla possibilità che dalla base del giusto ammonimento* di cui sopra, ci si erga a giudici e censori degli altri, finendo per sentirci migliori di loro proprio nel giorno in cui, più di ogni altro, dovremmo vederli come fratelli in Cristo! Prima di criticare le persone che ci capita di incontrare e osservare, più o meno a distanza, per i modi in cui ci sembra che si approccino al Santo Natale, non solo chiediamoci se noi non facciamo effettivamente di meglio, ma soprattutto ricordiamoci che non abbiamo nessun diritto per giudicarle, ne’ una possibilità assolutamente certa per indagare i loro cuori. Questo ovviamente vale poi non solo per il Natale, ma per ogni giorno dell’anno, poiché solo Colui del Quale abbiamo appunto celebrato la nascita e’ in condizione di conoscere l’animo umano meglio di noi stessi e possibile, infatti,uno dei Suoi insegnamenti fondamentali nel non giudicare il nostro prossimo.


27/12/12

DISCORSO DI S. AGOSTINO SUL NATALE DEL SIGNORE


DISCORSO 190
NATALE DEL SIGNORE
Cristo è la nostra luce.
1. 1. Il Signore nostro Gesù, che era presso il Padre prima che nascesse da una madre, si scelse non solo una vergine da cui nascere ma anche il giorno in cui nascere. Anche gli uomini, benché soggetti ad errore, sogliono scegliersi i giorni: uno per piantare nuovi alberi, un altro per cominciare a costruire, un altro per intraprendere un viaggio, a volte un altro anche per prendere moglie. Chi fa così lo fa per poter con successo curare ciò che nasce dalla sua impresa. Ma nessuno può scegliersi il giorno in cui nascere. Cristo, che è stato il creatore di ambedue le cose - la madre e il giorno - le poté scegliere ambedue. Il giorno però non l'ha scelto come lo scelgono coloro che scioccamente fanno dipendere i destini dell'uomo dalla disposizione delle stelle. Infatti Cristo non è divenuto felice per il giorno nel quale è nato; ma ha fatto beato quel giorno nel quale si è degnato di nascere. Il giorno della sua nascita infatti porta il mistero della sua luce. Dice infatti l'Apostolo: È già notte inoltrata, il giorno si avvicina. Svestiamoci dunque delle opere che si compiono nelle tenebre e indossiamo le armi della luce. Camminiamo dignitosamente come in pieno giorno 1. Riconosciamo il vero giorno e diventiamo giorno! Eravamo infatti notte quando vivevamo senza la fede in Cristo. E poiché la mancanza della fede aveva avvolto come una notte il mondo intero, aumentando la fede la notte doveva diminuire. Perciò con il giorno del Natale del Signore nostro Gesù la notte comincia a diminuire e il giorno a crescere. Pertanto, fratelli, festeggiamo solennemente questo giorno, però non come i pagani che lo festeggiano a motivo dell'astro solare; ma festeggiamolo a motivo di colui che ha creato questo sole. Colui che è Verbo è divenuto carne 2 per poter vivere, a nostro vantaggio, sotto questo sole: sotto questo sole con il corpo, perché per la potenza è sopra l'universo intero, all'interno del quale creò il sole. Ora però Cristo si trova anche con il corpo al di sopra di questo sole, che viene adorato al posto di Dio da coloro che, ciechi di mente, non riescono a vedere il vero sole di giustizia.
 

13/12/12

VEGLIA DI PREGHIERA DI AVVENTO (12-12-12)

S.E. Mons. De Vivo Giovanni (Diocesi di Pescia)

Rappresentante dei Giovani Adolescenti Agostiniani di S. Maria

Agape Fraterna Dopo la Veglia (Cioccolato Caldo e Panettone)

09/12/12

BEATITUDINI DEGLI SPOSI:

Beati i poveri in spirito, perchè di essi è il regno dei cieli
(Mt 5,3)
Beati voi coniugi, quando siete capaci di fare grandi rinunzie per amore dell'altro; beati voi, quando, consapevoli della vostra inadeguatezza di fronte ai problemi della vita, li deponete insieme ai piedi del Signore.
Beati gli afflitti, perchè saranno consolati
(Mt 5,4)
Beati voi , quando la prova vi trova uniti, quando la preghiera comune diventa lo strumento per affrontarla, quando vi lasciate illuminare dallo Spirito per gioire e crescere nella conoscenza del progetto di Dio su di voi. La sua consolazione sarà la vostra forza.
Beati i miti, perchè erediteranno la terra
(Mt,5,5)
Beati voi, quando non date sfogo alla vostra aggressività, quando abbandonate il linguaggio prepotente dell'offesa e della rivendicazione dei meriti, del giudizio o della spartizione fredda dei compiti e assumete le vesti della mitezza inerme e generosa, della tenerezza ospitale e gratuita, del dono disarmato di voi stessi.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perchè saranno saziati.
(Mt5,6)
Beati voi, quando vi lasciate guidare dalla Parola di Dio per distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è, quando lo insegnate ai vostri figli, quando desiderate che a tutto il mondo arrivi il messaggio di speranza contenuto nel Vangelo. Beati voi, quando la vostra vita diventa testimonianza viva della Parola che salva.
Beati i misericordiosi, perchè troveranno misericordia
(Mt 5,7)
Beati voi, quando avrete imparato a perdonarvi, ad accettarvi nella vostra debolezza e fragilità, beati voi, quando della crisi fate un momento di crescita personale e comune, quando la vostra riconciliazione diventa pedagogia d'amore per i vostri figli.
Beati i puri di cuore perchè vedranno Dio
(Mt 5,8)
Beati voi sposi, quando sgombrate gli occhi e la mente dalle lusinghe del mondo e guardate a ciò che è essenziale, cercandolo nella Parola di Dio. Beati voi, quando la Parola diventa stile di vita, quando vi riconosceranno discepoli di Cristo, pur restando in silenzio.
Beati gli operatori di pace, perchè saranno chiamati figli di Dio
(Mt 5,9)
Beati voi, uniti nel Sacro Vincolo del Matrimonio, quando coltivate la pace nelle relazioni all'interno della vostra famiglia, beati voi quando, usciti fuori dell'appartamento, sentite insopprimibile il desiderio di creare ponti, di collegare cuori con l'infinita misericordia di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perchè di essi è il regno dei cieli
 (Mt5,10)
Beati voi, quando decidete di andare contro corrente e rimanete sordi alle logiche del mondo. Beati voi, quando mostrate la bellezza del progetto di Dio sulla famiglia e lo sostenete con la tenacia e la forza che solo il Signore può dare. Beati voi quando, attaccati da ogni parte, continuate a mostrare la gioia del mattino di Pasqua.

08/12/12

Adolescenti Agostiniani di S. Maria con "L'ALBERO DI NATALE"




MARIA PIENA DI GRAZIA...

O donna piena e sovrabbondante di grazia, ogni creatura rinverdisce, inondata dal traboccare della tua pienezza. O vergine benedetta e più che benedetta, per la cui benedizione ogni creatura è benedetta dal suo Creatore, e il Creatore è benedetto da ogni creatura.
A Maria Dio diede il Figlio suo unico che aveva generato dal suo seno uguale a se stesso e che amava come se stesso, e da Maria plasmò il Figlio, non un altro, ma il medesimo, in modo che secondo la natura fosse l'unico e medesimo figlio comune di Dio e di Maria. Dio creò ogni creatura, e Maria generò Dio: Dio, che aveva creato ogni cosa, si fece lui stesso creatura di Maria, e ha ricreato così tutto quello che aveva creato. E mentre aveva potuto creare tutte le cose dal nulla, dopo la loro rovina non volle restaurarle senza Maria.
Dio dunque è il padre delle cose create, Maria la madre delle cose ricreate. Dio è padre della fondazione del mondo, Maria la madre della sua riparazione, poiché Dio ha generato colui per mezzo del quale tutto è stato fatto, e Maria ha partorito colui per opera del quale tutte le cose sono state salvate. Dio ha generato colui senza del quale niente assolutamente è, e Maria ha partorito colui senza del quale niente è bene."S.Anselmo"

05/12/12

AGOSTINIANAMENTE "VESCOVO"

Oggi, 4 dicembre 2012, è stato reso pubblico che nostro confratello P. Alberto Bochatey Chaneton, del Vicariato di Argentina, è stato nominato Vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di La Plata, Argentina.

P. Alberto BOCHATEY CHANETON è nato il 23 luglio 1955 a Buenos Aires, Argentina. Dopo aver studiato nel Colegio San Agustín della sua città, è entrato nell’Ordine, iniziando il noviziato a Buenos Aires l’11 settembre 1974, ed ha emesso la professione temporanea il 12 settembre 1975. Ha fatto i corsi di filosofia nel Monastero di La Vid (Spagna), e quelli di teologia a Roma, ottenendo il Baccalaureato in Teologia nel Istituto Augustinianum. Ha fatto la professione solenne il 21 dicembre 1980, ed è stato ordinato sacerdote a Buenos Aires il 24 aprile 1981.

Ha continuato studi di specializzazione a Roma, ed ha ottenuto la Licenza in teologia morale nell’Accademia Alfonsiana, e un Master in Bioetica, per l’Istituto de Bioetica, dell’Università Cattolica ‘Sacro Cuore’ (Gemelli), di Roma e per l’Istituto Giovanni Paolo II, della Pontificia Università Lateranense, di Roma. Nell’attualità è dottorando nell’Accademia Alfonsiana, di Roma. Ha anche fatto ulteriori studi nelCenter for Clinical Bioethics, Georgetown University, Washington, DC, USA.
È stato destinato nelle comunità di Rosario, Argentina (1980-82), Buenos Aires, Argentina (1982-86 y 1997-2010), Mendoza, Argentina (1989-95), alternando con periodi a Roma per proseguire i suoi studi (1986-88 y 1995-97). Da giugno 2010 era Priore della comunità del Collegio internazionale Santa Monica di Roma.
Il suo campo di attività è stato specialmente l’area della Teologia morale, con specializzazione nella bioetica, nella sessualità e nel matrimonio e la famiglia, essendo stato direttore dell’Istituto di Bioetica, della Facoltà di Scienza mediche, Pontificia Università Cattolica Argentina (2001-2010), dove ha esercitato il suo lavoro docente come professore della sua specialità, essendo stato anche direttore della rivista Vida y ética. È membro corrispondente della Pontificia Accademia per la Vita, e Accademico nell’Accademia Argentina di Etica in Medicina, Argentina, e Membro del Consiglio Accademico di Etica in Medicina, Accademia Nazionale di Medicina, Argentina. Ha preso parte in numerosi Convegni e altre attività docenti ed accademiche della sua specialità, sia nel suo paese, Argentina, come all’estero.
A nome di tutto l’Ordine, facciamo i più fervidi auguri a Mons. Alberto Bochatey, per essere stato chiamato a servire la Chiesa nell’Episcopato, offriamo il nostro aiuto fraterno,e assicuriamo le nostre preghiere per il suo ministero.

P. Robert F. Prevost
Priore Generale O.S.A.

04/12/12

Meditando con S. Agostino

L'OBBEDIENZA DIVINA E LA DISOBBEDIENZA DELL'UOMO!!!

Osserva, o uomo, che cosa Dio è diventato per te; riconosci l'insegnamento di tanta umiltà anche in un maestro che ancora non parla.
Una volta nel paradiso tu fosti così eloquente da imporre dei nomi a ogni anima vivente; il tuo creatore, però, per causa tua giaceva infante e non chiamava con il suo nome neppure la madre. Tu nel vastissimo giardino di alberi da frutta ti sei perduto trascurando l'obbedienza; quello, ubbidiendo, venne come mortale in un angustissimo alloggio per ricercare, morendo, chi era morto. Tu, essendo uomo, hai voluto essere Dio e così sei perito; quello, essendo Dio, volle essere uomo per trovare quanto era perito. L'umana superbia ti schiacciò a tal punto che non poteva sollevarti se non l'umiltà divina!!!!!


(MEDITARE GENTE....MEDITARE!!!!!!!) S. AGOSTINO sermone 188,3








26/11/12

CURIOSITA'

Cardinale Luis Antonio Tagle
55 Anni
Arcivescovo di Manila

   E' stato eletto Cardinale poco fa insieme con gli altri 5 nuovi Cardinali.


Evviva "Las Eslas Filippinas"

21/11/12

Un Ricordo Memoriale di S. Maria in Selva


 In questo breve capitolo accenno ad alcuni dei Priori che hanno lasciato testi­monianze significative della loro presenza a S. Maria in Selva.
Il primo che cito è Frate Simone da Buggiano, Priore nel 1575 in occasione della visita di mons. Castelli e grande predicatore durante la temperie luterana; fu una figura di primo piano ed ebbe importanti incarichi di governo nell'ordine agostiniano.
Un altro Priore di origine locale fu P. Pietro di Pierantonio Bartoli da Stignano, alla guida del convento intorno alla metà del '600; fu proprio lui a promuovere le trasformazioni della chiesa negli anni 1642-1649 e a commissionare a sue spese il pulpito nel 1644.
A trovarsi nel mezzo della soppressione del 1808 fu il Priore P. Andrea Pratesi, che fece fronte all'umiliazione dell'abbandono del Convento, conducendo i suoi fratelli a congiungersi con gli agostiniani di S. Francesco de' Ferri di Pisa. Fu ancora lui, nel 1817, a gestire con energia e concretezza la ricostituzione del convento di S. Maria in Selva, che era stato spogliato e devastato dopo la sop­pressione, a risolvere i gravi problemi economici e a riavviare la vita religiosa, accogliendo anche molti confratelli di conventi soppressi e non riaperti.
Ma il Priore che ha lasciato un segno indimenticabile è stato P. Benigno Pera, nato a Camigliano nel 1838 e morto a S. Maria in Selva nel 1906. Frate agostiniano a 19 anni e sacerdote a 24, nel 1865 giunse a S. Maria per restarvi fino alla morte. Umile e silenzioso, era dotato però di una volontà e di una fede ferree, che lo sostennero durante le infelici vicende della soppressione del 1866. Insieme al compaesano Fra' Fulgenzio Cesaretti, restò a custodire e officiare la chiesa, al­loggiando in due misere stanzette dietro la sacrestia. Tentò in ogni modo di rico­stituire la famiglia conventuale, riuscendo infine a ricomprare il convento nel 1883 ed a riavviare così la vita monastica. Fu più volte eletto Priore e guidò il Convento nel momento cruciale in cui esso fu sede di noviziato e poi di collegio ginnasiale. La sua fama varcò i confini comunali e divenne noto e riverito in tutta la Valdinievole. Fu seppellito nel cimitero di Borgo a Buggiano. La sua salma fu poi trasferita nella chiesa di S. Maria in Selva e deposta nel sepolcro dei frati. Una lapide in marmo, inserita nella parete vicino all'ingresso della sacrestia, lo ricorda ad eterna memoria.
Più vicini al nostro tempo, cito altri due Priori, P. Vitaliano Balestri e P. Mario Giglioli.
P. Balestri nacque a Sasseta di Vernio nel 1885 e morì nel 1969; fu ordinato sacerdote nel 1913 ed eletto Priore a S. Maria per ben quindici anni; ricoprì anche l'incarico di Superiore Provinciale dal 1930 al 1936 e dal 1939 al 1945. Lasciato il Convento della Selva nel 1948, fu Superiore nella casa del Noviziato di San Gimignano. Gli anziani borghigiani lo ricordano ancora per la sua vita religiosa esemplare e per la cura che dedicava all'educazione dei giovani.
P. Mario Giglioli, nato a San Gimignano nel 1922 e morto nel 2000, ha passato la sua vita quasi interamente a S. Maria in Selva, dove è stato Priore per tredici anni. Insegnante di religione alle locali scuole medie, figura imponente ed auste­ra, temuta dagli studenti, perdeva ogni traccia di severità quando parlava della 'sua' chiesa, curata amorevolmente con l'affetto di una profonda fede. Tutti lo ricordano con simpatia a cavalcioni di un piccolo ciclomotore, quando si recava a Borgo a Buggiano per sbrigare le varie incombenze.
Ed è dopo di P. Mario Giglioli, è stato eletto P. Giuseppino Romani priore di S. Maria fino al 13 Agosto 2012; nella quale ha sostenuto il restauro delle belle arte nell’interno della Chiesa soprattutto il presbiterio che appena terminato il lavoro di restauro, tuttavia, in quest’anno (2012) è stato eletto un nuovo Priore di S. Maria; è il p. Nilo Ingente. 

20/11/12

PENSIERO DI UN GIOVANE SULL'ANNO DELLA FEDE

Francesco Pirolo (Ha studiato Musica e Filosofia)




2012 anno della Fede
Vivere l’anno della Fede ci pone la riflessione di cosa significhi essere, sentirci e vivere attivamente da cristiani cattolici nell’ambito della vita contemporanea, sia essa intesa nell’intimo delle nostre coscienze, nel privato delle nostre famiglie e cerchie di amicizie, o nel sociale della comunita’ politica sempre piu’ globalizzata.
La complessita’ dell’argomento richiederebbe convegni, tesi e trattati, ma nel nostro piccolo possiamo gia’ trovare una prima e FONDAMENTALE risposta! Almeno questo e’ quello che mi sento di testimoniare io, alla luce della mia esperienza di vita.

Questa risposta, o meglio La Risposta, non possiamo che trovarla, com’e’ anche ovvio che sia (almeno per chi si dice e si sente cristiano) nella Parola di nostro Signore, nei Testi Sacri: Bibbia e Vangelo, ma anche, se non soprattutto, nella Preghiera del cuore.
E’ infatti mia diretta testimonianza di vita reale che  qui  sia  realmente presente, viva, attuale, eterna la Verita’.
Ma cos’e’ la Verita’? Sta a voi scoprirlo, ma io, relativamente anche alle limitazioni dell spazio virtuale in cui ci troviamo, posso dirvi che:
1) l’ho trovata proprio e solo li’, nella “Lieta Novella” di Gesu’ Cristo prima; e nella Preghiera col cuore poi.
2) e’ Verita’  perfetta, meravigliosa e splendente, nel suo valore assoluto quanto particolare:  assoluto, nel senso che risponde, con gioia e bellezza, alle domande dell’essere umano in quanto tale; particolare nel senso che risponde, al tempo stesso e come solo una Parola divina puo’ mirabilmente fare, alle domande individuali di ognuno di noi.
Arrivati a questo punto, forse qualcuno di voi stara’ pensando: “ma io sono anni che leggoe/o ascolto la Parola di Cristo e che prego…che “banalita’ “ va dicendo questo tipo?”; io almeno cosi’ io avrei pensato e sentito fino a qualche tempo fa.
Ecco allora che, sempre proponendovi con piena onesta’ intellettuale e di cuore la riflessione sul mio percorso personale di cristiano, ai punti 1 e 2 aggiungo:
3) la chiave che, dopo anni mi ha permesso non solo di  leggere e ascoltare, ma anche di capire, vivere e amare, come essere umano e come individuo unico, la Parola di Gesu’ e’ stata l’Umilta’; solo dopo un preciso percorso di vita che mi ha fatto trovare in tale condizione di mente e di spirito verso Dio, ho avuto, le risposte che stavo cercando da tutta la mia vita di adulto (almeno).
L’Umilta’ di fronte a Dio, il  riconoscermi sue creatura e mettere a tacere tutto il subbuglio del mio intelletto e del mio cuore, il sentirmi “povero” e nullo ha fatto tutta la differenza per me, aprendomi incondizionatamente nella mente e nel cuore alla “Parola”. Poi, non a caso infatti, sappiamo tutti bene quanto Dio ami gli umili e i poveri in spirito: Maria stessa si senti’ e opero’, per tutta la sua vita terrena, umilissima serva della Volonta’ divina!
Allora ecco la mia testimonianza, che puo’ valere tanto o poco, ma sicuramente  come quella di uno dei vostri fratelli in Cristo: per vivere la Fede sempre, e non solo nel 2012, apriamoci incondizionatamente alla Parola di nostro Signore Gesu’ Cristo e all’intercessione di Maria, con la stessa fiducia e speranza totali che un bambino piccolo ha verso un Padre e una Madre; i “posti” dove trovarli sono, come dicevo La Bibbia, il Vangelo, la preghiera fatta col cuore e la vita nella Chiesa, con la Messa e i Sacramenti.
Grazie per chi  abbia avuto la voglia e la pazienza di leggermi.
Sempre sia lodato Gesu’ Cristo!

05/11/12

INCONTRO CON P. PROVINCIALE


I rappresentanti di ogni comunità Agostiniana nella regione Toscana-Reggio Emilia sono venuti a Santa Maria in Selva per un incontro con il Padre Provinciale della Provincia Agostiniana D'Italia.

23/10/12

VEGLIA MISSIONARIA

TESTIMONIANZA DI DOTT.SSA FRANCA

Era il 2005 quando siamo capitati per la prima volta in Apurimac, una regione delle Ande peruviane, spinti dalla nostra curiosità e dalla voglia di aiutare, dal punto di vista medico-sanitario, pur nel nostro piccolo, ma soprattutto spinti dal nostro parroco, che già ben conosceva i luoghi e la popolazione.
Lo scenario è stato impressionante: piccoli villaggi sparsi su montagne senza alberi, a 3000-4000 metri di altitudine, fatti di case che in realtà sono capanne costruite di fango e paglia dove vivono famiglie numerose, con vecchi e bambini che già a 5-6 anni cominciano a lavorare a seguito di piccoli greggi di animali e ad appena 10 anni nei campi di patate, alimento base di questa gente, a cui si aggiunge solo un po' di mais e, rarissimamente, carne. Facile capire come moltissimi siano i bimbi denutriti che diventeranno adulti sempre più magri e bassi in statura: infatti questa è una delle pochissime popolazioni al mondo in cui la statura tende al ribasso, proprio a causa della mancanza di sostanze fondamentali nella dieta, primo fra tutti il calcio.
In questo contesto abbiamo notato che sono sicuramente i bimbi quelli che soffrono di più: sporchi, affamati, abbandonati, talvolta violentati da genitori costantemente ubriachi, orfani, senza nessuno che si occupi di loro, oppure inviati nelle case al servizio già a 7-8 anni.
Da tutto questo è nata l'associazione Gocce di Vita. Abbiamo realizzato diversi progetti in Apurimac, come acquedotti e allevamento, adozioni a distanza per le famiglie più disastrate, ma soprattutto abbiamo costruito la Casa di accoglienza ARCOIRIS a Tambobamba, dove attualmente vivono 22 bambini orfani, abbandonati e comunque senza nessuno che si possa prendere cura di loro.
Arrivano da noi che sembrano animalini spaventati: osservano tutto con i loro grandi occhi neri, ma già dopo poche ore, circondati dai nuovi amici, la loro espressione appare più tranquilla. Sono sufficienti 1 o 2 giorni per vedere la luce nuova nei loro occhi: qui possono recuperare la loro infanzia, la spensieratezza che compete loro di diritto in virtù della loro età. Qui possono studiare, mangiare regolarmente, dormire in comodi letti e fare il bagno tutti i giorni.
E i volontari di Gocce di vita continuano nel loro lavoro incessante per sostenere tutto questo.Spesso ci viene chiesto il perché di tutto ciò.
Semplicemente perché dai nostri bimbi noi riceviamo in cambio molto più di quanto diamo. Il loro affetto e il loro sguardo pieno di gratitudine non hanno prezzo; che altra ricompensa andiamo cercando?
Questo percorso ci è stato utilissimo per aprire il nostro cuore verso i bisogni degli altri. Ama il prossimo tuo come te stesso: e non dobbiamo mai dimenticare che il nostro prossimo non sempre è nel mondo sottosviluppato, così lontano e sconosciuto, ma può essere anche nel tuo vicino di casa o in tuo fratello. L'importante è non chiudersi in noi stessi ma piuttosto aprirsi ad ascoltare, ad osservare con attenzione.
E allora diventa spontaneo e semplicissimo percorrere le vie del Vangelo: avevo fame e mi hai dato da mangiare, ero ammalato e mi hai curato ecc ...
Tutto questo Gocce di Vita lo fa da sempre, e allora anche il lavoro non pesa più: sappiamo che i nostri bimbi lontani ci aspettano e la luce dei loro occhi non dovrà mai spingersi, finché Dio lo vorrà.

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S. Maria in Selva