Era il 2005 quando siamo capitati per la prima volta in Apurimac, una
regione delle Ande peruviane, spinti dalla nostra curiosità e dalla voglia di
aiutare, dal punto di vista medico-sanitario, pur nel nostro piccolo, ma
soprattutto spinti dal nostro parroco, che già ben conosceva i luoghi e la
popolazione.
Lo scenario è stato impressionante: piccoli villaggi
sparsi su montagne senza alberi, a 3000-4000 metri di altitudine, fatti di case
che in realtà sono capanne costruite di fango e paglia dove vivono famiglie
numerose, con vecchi e bambini che già a 5-6 anni cominciano a lavorare a
seguito di piccoli greggi di animali e ad appena 10 anni nei campi di patate,
alimento base di questa gente, a cui si aggiunge solo un po' di mais e,
rarissimamente, carne. Facile capire come moltissimi siano i bimbi denutriti
che diventeranno adulti sempre più magri e bassi in statura: infatti questa è una
delle pochissime popolazioni al mondo in cui la statura tende al ribasso,
proprio a causa della mancanza di sostanze fondamentali nella dieta, primo fra
tutti il calcio.
In questo contesto abbiamo notato che sono sicuramente
i bimbi quelli che soffrono di più: sporchi, affamati, abbandonati, talvolta
violentati da genitori costantemente ubriachi, orfani, senza nessuno che si
occupi di loro, oppure inviati nelle case al servizio già a 7-8 anni.
Da tutto questo è nata l'associazione Gocce di Vita.
Abbiamo realizzato diversi progetti in Apurimac, come acquedotti e allevamento,
adozioni a distanza per le famiglie più disastrate, ma soprattutto abbiamo
costruito la Casa di accoglienza ARCOIRIS a Tambobamba, dove attualmente vivono
22 bambini orfani, abbandonati e comunque senza nessuno che si possa prendere
cura di loro.
Arrivano da noi che sembrano animalini spaventati:
osservano tutto con i loro grandi occhi neri, ma già dopo poche ore, circondati
dai nuovi amici, la loro espressione appare più tranquilla. Sono sufficienti 1
o 2 giorni per vedere la luce nuova nei loro occhi: qui possono recuperare la
loro infanzia, la spensieratezza che compete loro di diritto in virtù della
loro età. Qui possono studiare, mangiare regolarmente, dormire in comodi letti
e fare il bagno tutti i giorni.
E i volontari di Gocce di vita continuano nel loro
lavoro incessante per sostenere tutto questo.Spesso ci viene chiesto il perché di tutto ciò.
Semplicemente perché dai nostri bimbi noi riceviamo in
cambio molto più di quanto diamo. Il loro affetto e il loro sguardo pieno di
gratitudine non hanno prezzo; che altra ricompensa andiamo cercando?
Questo percorso ci è stato utilissimo per aprire il
nostro cuore verso i bisogni degli altri. Ama il prossimo tuo come te stesso: e
non dobbiamo mai dimenticare che il nostro prossimo non sempre è nel mondo
sottosviluppato, così lontano e sconosciuto, ma può essere anche nel tuo vicino
di casa o in tuo fratello. L'importante è non chiudersi in noi stessi ma
piuttosto aprirsi ad ascoltare, ad osservare con attenzione.
E allora diventa spontaneo e semplicissimo percorrere
le vie del Vangelo: avevo fame e mi hai dato da mangiare, ero ammalato e mi hai
curato ecc ...
Tutto questo Gocce di Vita lo fa da sempre, e allora
anche il lavoro non pesa più: sappiamo che i nostri bimbi lontani ci aspettano
e la luce dei loro occhi non dovrà mai spingersi, finché Dio lo vorrà.
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