25/06/11

Meditando con S. Agostino! Corpus Domini!




QUANDO SI MANGIA CRISTO, SI MANGIA LA VITA!!!!

Che parola avete udito da parte del Signore che ci invitava? Chi è che ha invitato, chi ha invitato e che ha preparato? Il Signore ha invitato i servi ed ha apprestato loro in cibo se stesso! Chi può avere l'ardire di mangiare il proprio Signore? E tuttavia Egli afferma: Chi mangia di me, vivrà per me!!! (Gv.6,58) Quando si mangia Cristo, si mangia la Vita! Quando si mangia, infonde vita nuova, ma la sua non si riduce. Perciò, fratelli, non esitiamo a mangiare un tale pane nel timore di consumarlo interamente e non trovare poi che mangiare. Si mangi il Cristo, è vivente, perchè, ucciso, è risorto. Neppure lo dividiamo in parti per mangiarlo! Ma in realtà avviene così nel Sacramento e i fedeli sanno in qual modo essi mangiano la carne di Cristo; ciascuno riceve la sua parte.
In che consiste mangiare il Cristo? Non consiste soltanto nel mangiare il suo corpo nel sacramento; molti infatti lo ricevono essendo indegni. Di essi dice l'Apostolo: Chi mangia il pane e beve il calice del Signore indegnamente, mangia e beve la propria condanna. (1 Cor.11,29) Ma come si deve mangiare Cristo? Come Egli stesso lo indica: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui! (Gv. 6,57) Inoltre Egli afferma: Chi osserva i miei comandamenti rimane in me e io in lui! (1 Gv.3,24) Perciò, fate attenzione fratelli a ciò che aggiunge: Chi non mangia la mia carne e non beve il mio sangue, non avrà in sè la Vita! ( Gv. 6,54) Di conseguenza, non potete vivere bene se Egli non avrà concesso il suo aiuto, se Egli non avrà dato, se Egli non avrà donato. Quindi, pregate, pregate e mangiate! Pregate in modo che la vostra coscienza sia scrutata a fondo. La vostra bocca sarà piena della lode di Dio e di esultanza; e una volta liberati e purificati, direte a Lui: Hai spianato la via a i miei passi ed i miei piedi non hanno vacillato! ( sal. 17,37)
( Discorso 132/A, 1-2)

Chi ha fame e sete di carità e di unità si nutre quindi del corpo e sangue di Cristo, pane di immortalità, perchè ha compreso che il legame indistruttibile dell'amore è esso stesso il miracolo per eccellenza di Dio, impossibile agli uomini. Cristo resta l'unico mediatore possibile di questa vita nuova e unificante, in cui ciascuno non vive più per sè ma per gli altri: Come il Padre, il Vivente, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche chi mangia me vivrà per me. Egli sembra dirci: Affinchè io potessi vivere per il Padre, orientando verso di Lui, che è più grande di me, tutta la mia esistenza, fu necessario il mio annientamento, per il quale Egli mi ha mandato; a sua volta, se uno vuol vivere per me, è necessario che entri in comunione con me mangiando di me; e come io, umiliato, vivo per il Padre, così egli, elevato, viva per me!!! ( Comm. Vg. Gv. 26, 19)

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